venerdì 8 settembre 2017

63. John Preston - A Very English Scandal

Quest'estate sono tornata, dopo parecchi anni, nel sud dell'Inghilterra. Una vacanza di 10 giorni, molto intensa, un po' un tour de force a dire il vero, ma davvero bella e soddisfacente. Erano anni che non mi potevo permettere un viaggio così...
Non serve nemmeno che lo dica: vacanza in the UK significa barcata di libri che torna a casa con me. In questo caso sono stati 24, 11 in valigia e 13 spediti direttamente in Italia da Blackwell's, meravigliosa e storica libreria di Oxford che ha un efficientissimo servizio di spedizioni in tutto il mondo a prezzi bassissimi. Ho trovato un bel po' di tomi che cercavo da tempo, moltissimi usati con risparmi sostanziosi (i libri usati in Inghilterra costano veramente pochissimo) e molti libri nuovi acquistati con offerte molto convenienti, soprattutto per quanto riguarda i classici (come non amare i 2x1 di Blackwell's?).
Tra i libri che mi hanno accompagnato a casa c'è anche questo saggio/cronaca romanzata di John Preston, "A Very English Scandal". Il titolo in italiano suona più o meno "Uno scandalo molto inglese", ma al momento il libro non è stato ancora tradotto e dubito che mai lo sarà. In fondo è una storia di cronaca prettamente inglese, che ha colpito in qualche modo la sfera politica durante gli anni '60/'70, ma che coinvolge personaggi di cui in Italia abbiamo a malapena sentito parlare e di cui ci frega meno che niente.

Dirò subito che il titolo (e il libro di conseguenza) mi ha tradito: ho guardato velocemente la tematica (uno scandalo omosessuale che ha coinvolto figure politiche di spicco) e mi sono ricordata di un interessantissimo film-documentario, o docu-drama come vengono chiamati in inglese, che avevo visto qualche anno fa: "A Very British Sex Scandal". Anche quello trattava di uno scandalo omosessuale che aveva coinvolto la politica, tanto da portare a una ridiscussione della legge contro l'omosessualità, allora punita con il carcere. Visto che l'ho citato consiglio caldamente a chi capisce l'inglese di guardarlo, perché è veramente interessante. 

Dicevo che il titolo mi ha tratto in inganno, perché pensavo fosse il libro da cui era stato tratto il documentario e invece non c'entrava una mazza. Sigh...

"A Very English Scandal" tratta le vicissitudini di Norman Josiffe/Scott un giovane uomo dalla vita alquanto disordinata e dalla psiche sicuramente disturbata, che nel 1961 iniziò, per una serie di cause contingenti culminate in quello che l'uomo racconta come uno stupro, una relazione sessuale con Jeremy Thorpe, membro del Parlamento inglese e futuro leader del partito liberale. Uomo spregiudicato, affamato di potere e incline alla trasgressione e alla sopraffazione, Thorpe fece di Norman il suo mantenuto per un po', finché questi non si ribellò alla situazione, andandosene a cercare fortuna (mai trovata) altrove. Da quel momento in poi iniziarono i veri problemi per Norman, che rappresentava un pericolo per la carriera politica di Thorpe. Insabbiata la relazione quanto possibile, la tensione e l'ansia di essere scoperto del deputato aumentò fino a diventare ossessione, culminando nella decisione di far sparire Norman Scott una volta per sempre...

La storia è avvincente, anche se a tratti dolorosa: pensare che tutte queste cose siano successe davvero, che Norman Scott abbia davvero condotto una vita così difficile, piena di esperienze violente, di abuso e di abbandono, che ne hanno alterato irrimediabilmente la salute mentale e l'hanno portato negli anni ad autodistruggersi, mette una certa tristezza. L'intera vicenda segue due punti di vista principali: quello di Norman, appunto, e quello di Peter Bessell, un altro parlamentare membro del partito liberale e fedele sostenitore di Thorpe. Si sta un bel po' col fiato sospeso, se non si conosce la cronaca dell'epoca (ci fu un processo piuttosto clamoroso che li coinvolse tutti nel 1979), quasi fosse un thriller. Inoltre l'autore traccia una breve storia dei cambiamenti che portarono alla depenalizzazione dell'omosessualità in Gran Bretagna dal Dopoguerra agli anni '70. Per me questa parte è stata sicuramente molto interessante e mi ha dato spunti per letture future.
Però...
Ci sono alcune cose che non mi hanno entusiasmato di questo libro.

Prima di tutto lo stile di John Preston è scorrevole e divertente, è un uomo che sa narrare e non manca di inserire qualche commento, anche se a volte lo fa in maniera non esattamente trasparente. Ciononostante la storia procede lentissima. Il libro consta di 322 pagine più i saluti e i ringraziamenti finali, ma si sarebbe potuto scrivere con la metà delle parole. Preston si dilunga in dettagli, descrizioni minuziose, avvenimenti assolutamente irrilevanti o quasi; verso la metà ho avuto veramente la sensazione che stesse facendo di tutto per allungare il brodo.

Inoltre alla fine ci sono  rimasta malissimo. Insomma, non è tanto un segreto, perché la storia è riportata su internet; basta una veloce ricerca, che però io non ho voluto fare per non rovinarmi la lettura. Ecco, diciamo che l'esito del processo mi ha lasciata perplessa. Non solo, perché a quel punto ho dovuto rimettere in prospettiva tutto il libro.
Il punto è che non è mai stato provato davvero in maniera legalmente riconosciuta che i fatti narrati siano accaduti così come sono stati riportati da Preston. Questo libro è un connubio delle versioni di Norman Scott e di Bessell della storia, più qualche spezzone preso da commenti dell'epoca, articoli di giornale e inchieste sempre di allora, e quelle che credo siano dichiarazioni di altri imputati nel processo ma rilasciate soltanto in un secondo tempo, quando la notizia era ormai archiviata. Il punto è che non possiamo sapere con certezza che questa sia la versione vera e definitiva della storia. Certamente ci sono elementi di verità incontrovertibili, altrettanto certamente molti indizi indicano che altri eventi abbiano avuto luogo più o meno come vengono descritti, ma non tutto è da prendere per assodato. Quindi non si può dire che sia realmente un resoconto veritiero dello scandalo dell'epoca, né che faccia in qualche modo giustizia. Va detto anche che i protagonisti della storia sono ormai quasi tutti morti, per raggiunti limiti di età se non per malattia o altro... Quindi non c'era nemmeno la possibilità che qualcuno si ribellasse o rispondesse alle testimonianze riportate.

Insomma, è un libro interessante, come ho già detto, che mi ha tenuto compagnia e mi ha intrattenuto durante il viaggio (comprato e iniziato a Bath, l'ho finito pochi giorni dopo il mio ritorno) ma che non mi ha soddisfatta e mi ha lasciato un po' di amaro in bocca.
Non lo consiglierei, anche perché difficilmente avrà mai una traduzione, a meno che non si sia particolarmente appassionati di storia della politica inglese e non si voglia spiare sotto il velo di qualche altarino... Piuttosto aspettiamo che la BBC ne faccia la versione filmica, che dovrebbe essere a cura di Stephen Fry e con Hugh Grant nella parte di Jeremy Thorpe. Sono curiosa di vedere come lo renderanno, la BBC di solito fa le cose per bene...

2 commenti:

  1. Commento profondo: la copertina mi piace un sacco.

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    1. Una delle cose che ho proprio commentato mentre eravamo in Inghilterra è che nella mia esperienza le copertine inglesi sono quasi sempre molto belle, di stile molto diverso da quello che si usa in Italia, molto più colorate e disegnate. Anche il materiale è diverso, spesso usano un cartoncino delizioso al tatto. Sarà per quello che leggono di più?

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