domenica 3 aprile 2016

7. Théophile Gautier - Racconti fantastici

Più riguardo a Racconti fantasticiCi sono libri che sono una vera delusione. Si costruiscono tante aspettative da un titolo, una copertina, un'introduzione convincente, e poi tutto viene disatteso da una realtà assai più mediocre.
Questo è ciò che ho provato nel leggere i racconti di questa raccolta di Gautier.

Autore francese di metà Ottocento, si rifà pesantemente alla narrativa fantastica tedesca, in particolare E. T. A. Hoffmann, di cui era grande fan. Impossibile non notarlo: lo cita in continuazione, spesso utilizzando personaggi tratti pari pari dai suoi racconti. Solo che Hoffmann aveva stile e creatività, mentre Gautier, a mio umile parere, era carente in entrambi.

Ciò che rimane impresso al lettore di questa raccolta è il continuo avvicendarsi di storie sempre uguali, mille riscritture del medesimo canovaccio: un giovane spesso dall'animo sensibile ed artistico, spesso irrilevante per la società, riesce nel miracolo di far innamorare di sé non una donna, ma un essere soprannaturale (un fantasma, una vampira...), che lo ricopre di attenzioni e cure a sfondo sessuale prima di sparire per sempre. Un sogno erotico di passione facile, insomma, il tipo di racconto che si scrive sul proprio taccuino a scopo di intrattenimento personale nelle lunghe nottate invernali, soprattutto in età adolescenziale. Tanto è vero che le donne descritte non tengono per niente conto della psicologia femminile, non sono credibili, e le relazioni che si instaurano non hanno senso di esistere.
Ecco, forse da un autore considerato affermato mi sarei aspettata qualcosa di più...

I racconti che esulano dal tema amoroso sopra citato si possono dividere in due categorie: viaggi nonsense nelle allucinazioni del poeta in preda ai fumi della droga e varianti sul tema del doppio e dell'incontro con il diavolo. Nulla di eccitante dal mio punto di vista.

Ho fatto una fatica abnorme a finire questa raccolta, nonostante i singoli racconti siano molto brevi. Ciò che mi ammazzava più di ogni altra cosa era lo stile di Gautier: ridondante, pomposo, incline alla descrizione minuziosa di ogni singolo particolare, anche del più insignificante, senza che poi questi dettagli abbiano la minima influenza sullo svolgimento dei fatti narrati.
A questo si accompagna una costruzione narrativa che lascia parecchi buchi di trama e personaggi stereotipati e spesso irritanti.

Solo due racconti constano di un centinaio di pagine, quasi fossero mini-romanzi più che racconti: si tratta degli ultimi due della raccolta, "Avatar" e "Iettatura". Peculiarmente, sono anche i migliori. Non che si distinguano per originalità o stile; semplicemente in essi si mette in gioco qualche nuovo spunto (la metempsicosi nel primo, il malocchio nel secondo) e, godendo la storia di un maggior respiro, Gautier cerca di analizzare la psiche dei protagonisti un po' più a fondo. Con scarsi risultati, come ormai si è intuito.

Non credo che ricorderò a lungo questa lettura, se non con un senso di oppressione e di noia.
Consiglio decisamente di evitare di perdere tempo con questo libro; ci sono tanti altri fantastici autori di racconti di genere che attendono di essere letti...

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